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Ciak si gira!

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Valentano è stato in passato un set cinematografico: sono stati girati qui due film di Mario Monicelli.

 

Il medico e lo stregone, regia di Mario Monicelli, 1957
L'armata brancaleone, regia di Mario Monicelli, 1962 (?)

 

IL MEDICO E LO STREGONE

 

Fotogramma tratto da Il Medico e lo StregoneMario Monicelli scelse Valentano, nel 1957, per ambientarvi "Il medico e lo stregone" che vedeva tra gli interpreti Marcello Mastroianni, Vittorio De Sica, Marisa Merlini e, in una piccola parte, Alberto Sordi, nonché alcuni abitanti del nostro paese. Dopo tanti anni è un gioco ancora divertente cercare di individuare chi tra i nostri concittadini fu attore per un giorno.
La trama, riassunta in due parole, è questa: un giovane medico viene spedito ad esercitare la professione a Pianetta, un piccolo paese di contadini come ce ne sono molti nell'Italia del dopoguerra. Nume tutelare del villaggio è Don Antonio, "stregone" e factotum, a cui tutti si rivolgono per ogni genere di accidente, che siano pene d'amore, mal di testa o altri mali che richiedano interventi "medico - farmaceutici". Il giovane medico dovrà passarne di tutti i colori prima che la riottosa popolazione si convinca a farsi curare da lui.

Dal set del film, all'interno della "Rocchetta" adibita a studio medico, alla Piazzetta
Tra i titoli della filmografia monicelliana questo lungometraggio non è certo tra i più noti e la sua atmosfera, così aderente a quel particolare momento cinematografico definito "neorealismo rosa", può fuorviare impedendo di vedere gli elementi che, ad una lettura più attenta, si evidenziano tra le pieghe della commedia.
"Il medico e lo stregone", grazie all'intelligenza e all'arguzia tipici di Monicelli, ci permette di cogliere una realtà sociale che si trova a fare i conti con i cambiamenti che in quegli anni si presentavano e il piccolo paese di Pianetta rappresenta il microcosmo italiano come era sul finire degli anni '50, ancora in bilico tra magia e razionalità.

 Dal set del film, Monicelli e Mastroianni discutono alla Piazzetta

Interpreti: Vittorio De Sica, Marcello Mastroianni, Marisa Merlini, Gabriella Pallotta, Lorella De Luca, Riccardo Garrone, Virgilio Riento
Regia: Mario Monicelli
Soggetto: Age & Scarpelli
Sceneggiatura: Age & Scarpelli, De Concini, Emmanuele, Monicelli
Anno: 1957

L'ARMATA BRANCALEONE

Nel 1966 Mario Monicelli ritornò a Valentano per girare, all'interno della cava di Terra Rossa, "L'Armata Brancaleone". Il film racconta le vicende di una sgangherata ed esigua compagnia, capeggiata da Brancaleone da Norcia, cavaliere errante ricco solo di ideali, la cui convinzione nei propri mezzi contrasta con il suo aspetto da straccione un po' pazzoide. L'Armata ha come meta il feudo di Aurocastro e nel loro viaggio che dalle terre dell'Etruria li porterà in Puglia, vivono una serie di tragicomiche avventure.
Un fotogramma dal film "L'Armata Brancaleone", visibile lo sfondo delle cave di terrarossa, il lapillo vulcanicoLa sequenza girata a Valentano, e più precisamente sul Monte Starnina, appare nella prima parte del film ed è quella in cui la scalcinata compagnia, dopo aver capito che il borgo appena visitato era stato colpito dalla peste, piange la propria sventura.
Guardando il paesaggio, se non fosse per qualche ciuffo d'erba che lo colora e lo anima, sembrerebbe quasi di vedere le immagini del pianeta Marte, tanto pare estraneo ad un qualsiasi elemento vitale.
Da segnalare è la "lingua" con la quale si esprimono i protagonisti de "L'Armata Brancaleone": un misto di latino maccheronico e di volgare (nel senso di lingua parlata dal volgo) creata per l'occasione dagli autori del film.

Interpreti: Vittorio Gassman, Folco Lulli, Enrico Maria Salerno, Gian Maria Volontè, Catherine Spaak (utilizzò qualche valentanese come comparsa, ma i costumi li rendono pressoché irriconoscibili).
Regia: Mario Monicelli.
Soggetto: Age & Scarpelli e Mario Monicelli.
Sceneggiatura: Age & Scarpelli e Mario Monicelli.
Anno: 1966.

 

 

ALBERTO SORDI

"Il comico deve essere libero di rappresentare quello che sente. Ma deve studiare il pubblico, capirlo e sedurlo" (A. Sordi, L'Europeo 1970 n. 40, intervista di Lina Coletti): per tanti anni Sordi ci ha sedotto, irritato mettendoci sotto gli occhi i nostri difetti, divertito con quella faccia "da italiano in gita". Ci ha raccontato la vita degli italiani, ha saputo cogliere più di chiunque altro i cambiamenti della nostra società in trasformazione.
Tutti oggi hanno ricordato Alberto Sordi attraverso i suoi film più importanti, noi vogliamo salutarlo attraverso una partecipazione, una piccola scena che lui recitò ne "Il medico e lo stregone".
Nel film che Monicelli girò a Valentano il suo personaggio è evocato fin dall'inizio, ma fa la sua comparsa nel finale, per pochi minuti che tuttavia gli sono più che sufficienti a caratterizzare l'italiano che si trova in difficoltà e senza soldi non per colpa sua, ma perché lo ha rovinato la guerra, la malattia, la moglie che non lo capisce, la suocera che lo vessa, i figli che non lo rispettano... Un italiano scalcinato che prova ad arrangiarsi come tanti in quel dopoguerra di ricostruzione, un italiano come tanti ce n'erano all'epoca e ce ne sono ancora oggi. La grandezza di Sordi è proprio questa: è riuscito a cogliere i molteplici vizi degli italiani "in evoluzione" e li ha riportati in chiave comica, in modo che anche chi vi si riconosce non può che riderne (magari a denti stretti!).
Nella sconfinata filmografia di Sordi "Il medico e lo stregone" non compare, però scorrendo i titoli ci si accorge che è riuscito a portare sullo schermo tutti, veramente tutti gli italiani, fossero dottori o "tassinari", impiegati o scansafatiche, seduttori o mariti fedeli, palazzinari, reduci o morti di fame.
Attraverso il suo lavoro Albertone ci ha fornito, meglio di qualsiasi studio antropologico, tutti i tratti che caratterizzano l'uomo medio italiano, quell'uomo che ciascuno di noi può vedere riflesso ogni mattina nello specchio.

La foto di Alberto Sordi è tratta dal sito ufficiale http://www.albertosordi.it

Testi e ricerche cinematografiche di Sabrina Radicati